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Immagine del redattoreOlga Nickole Kuyan

Mindful lawyers- Kairos

Pontem Mundus s.p.d. S.V.B.E.E.Q.V.

Oggi Luca ci racconta dei settantadue discepoli inviati. Gli operai sono pochi, e solo la preghiera per loro può aumentarne il numero. Luca ci racconta poi il destino degli operai.


Saranno agnelli in mezzo ai lupi: senza alcuna sicurezza se non quella di Dio, dovranno rischiare e non avranno compenso, se non il necessario per vivere.

Nel mondo mancano mindful avvocati/lawyers .. Gesu aveva detto di pregare per averli. Forse lo facciamo poco. J.H. Newman condivide con noi: "Ho impiegato tutta la vita per imparare a pregare un quarto d’ora..". Ed io penso: come è possibile incoraggiare qualcuno a scegliere di essere come “un agnello in mezzo ai lupi”? Come incoraggiare un giovane ad una vita di rinunce..? Ma come possiamo noi laici – avvocati e avvocatesse– essere nel nostro piccolo i figli di Dio? Come possiamo essere quelli che portano la buona notizia, se il prezzo minimo da pagare è quello di essere derisi, oppure tacciati di essere poco moderni? Dunque oggi Gesu Cristo ci chiede di lavorare per lui. Senza gli attaccamenti, né potere, né ammirazione. Non chiacchierando e perdendo tempo e non convincendo la gente a forza di parole, ma portando la pace, la bella notizia, la gioia e gloria.. La gloria di Dio significa essere riconosciuti certamente grandi ma nell’amore, per illuminare, per essere luce nel mondo. Chi ha conosciuto Gesu Dio non potrà fare finta di niente, perché sa che Lui dà a ciascuno qualche lavoro... Quando ci sentiamo al posto giusto possiamo amare con tutto noi stessi. Desiderare di avere un ruolo importante, desiderare i carismi più alti, come dice san Paolo, non è sbagliato ma bisogna desiderarlo per il motivo giusto; non per esercitare un potere ma per diventare perfetti nell’amore, per imparare a donarsi sempre di più agli altri. È sempre e solo l’amore che ci rende grandi..."Il giorno in cui la gioia degli altri diventa la tua gioia; il giorno in cui il loro dolore diventa il tuo dolore, allora potrai dire di amare" - ha detto M. Quoist. Noi viviamo il tempo dell’accoglienza in cui tutto cerca di aprirsi, in cui tutto vuol dilatarsi nei nostri cuori troppo stretti, al fine di ricevere la grandezza infinita del Dio che viene a noi. Noi vviamo l'abbondanza, la Pasqua.

"Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni” (Lc 12, 13-21) … “Alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore” (Salmo 61). Il "seguimi" di Gesù, è la cosa più difficile che lui abbia chiesto. Qui bisogna riflettere sul fatto che col denaro non si compra la vita, e certo che l'abbondanza non e' il denaro. Non siamo nati per i guadagni, né il denaro ci salva dalla morte, né si raggiungono le vette dell'umano se si rincorrono le ricchezze e si diventa schiavi di Mammona. E poi c’è la sapienza del Salmo che esorta a non legarci alle ricchezze che si posseggono, di non farci da loro possedere. Questo può avvenire solo se si condivide, si esercita la solidarietà, il valore del “dare” il valore di Cristo, che è la vera ricchezza, mentre il trattenere provoca la schiavitù di ciò che si trattiene. Viviamo il kairòs, un passaggio da vivere in noi stessi per poter essere testimoniato con credibilità ad ogni cliente che incrociamo nel nostro cammino. Significa che non vi sono scarti. Dio non fa degli scarti, non scarta nessuno, non esclude nessuno. E noi siamo inviati a testimoniare proprio questo volto di Dio... "Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, che reca la buona novella, che proclama la salvezza." (Is 57,7).

Dies sint tibi laetitiae ac successuum pleni!

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