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Immagine del redattoreOlga Nickole Kuyan

Dipendiamo dalla Spirito

Pontem Mundus s.p.d. S.V.B.E.E.Q.V. Lo squadra di lawyers/avvocati e' l'unione intima ed e' il mistero. L'avvocato è "prima di tutto un cuore". Cerchero di mostrarvi il significato profondo ed elevato di questa vocazione che ci supera. La nostra unione, la nostra squadra e' una realtà misteriosa, sfuggente. Non lo si può descrivere direttamente, così come non si può guardare il sole; se ne può parlare solo usando metafore, fiabe .. L'unione vera possiede un dinamismo di crescita travolgente. È vero, i team moderni sono pieni di crisi, eppure l'unione vera possiede una vitalità straordinaria. È come una freccia scagliata verso il bersaglio; niente e nessuno la potrà fermare: non le persecuzioni, non le ideologie, nemmeno il nostro pessimismo. Non siamo noi i padroni della nostra squadra: siamo i servi.

Il nostro team dipende dalla forza dello Spirito. Noi siamo parte di un albero destinato ad affondare radici sempre più profonde nell’humus della storia, a slanciare verso il cielo un fusto sempre più alto, e a protendere rami imponenti. Noi non siamo affatto insignificanti: la creazione intera attende con trepidazione le nostre decisioni, anche quelle intime e personali, perché speriamo che siamo la luce del mondo! "Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza."- ci dice San Paolo oggi (dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,18-25). Speranza e' l'elemento della creazione, della nascita, della rinascita. La creazione va accompagnata dalla speranza. Se vogliamo creare dobbiamo sperare. Ecco, ora provate a parlare di Dio in questo modo. Il nostro Dio è sconosciuto e ignoto sempre. Lui e' ancora come un piccolo seme insignificante, che però produce, “infesta” senza soffocare e offre riparo a tutti, senza distinzione alcuna. Inoltre è un Dio che si mescola come “poco di buono” nella nostra vita per farla lievitare, per farla crescere, perché da qui nasca un pane capace di sfamare ogni fame che portiamo dentro di noi. Unica condizione: sii terra che accoglie anche il seme insignificante; sii farina che si mescola senza paura con il “poco di buono” del lievito”. La Sua irrilevanza e il Suo “essere poco di buono” ti renderanno albero ospitale e pane di vita. In questo modo, forse, comprenderemo cosa significa dire non solo che Gesù è Dio, ma che Dio è Gesù Cristo.. «Dalla morte, dal timore della morte, prende inizio e si eleva ogni conoscenza circa il Tutto. Rigettare la paura che attanaglia ciò che è terrestre, strappare alla morte il suo aculeo velenoso, togliere all’Ade il suo miasma pestilente, di questo si pretende capace la filosofia», - ci spiega Franz Rosenzweig nel suo Stella della redenzione. Nella riflessione di Rosenzeweig il pensiero dell'uomo, che cerca, nasce dal bisogno di opporsi al male. Non dalla meraviglia della vita come dicono altri, ma dal senso di scissione e di dolore che si avverte nella vita. L’ingiustizia è amara, il negativo pone tanti perché, forte nasce la determinazione di immettere giustizia e bene nel mondo, il bisogno di essere salvati da questo roteare insano e doloroso. E ci si rivolge a Dio, di cui dice il filosofo tedesco: "Di Dio non sappiamo nulla. Ma questo non-sapere è un non-sapere di Dio. Come tale è l'inizio del nostro sapere di lui. L'inizio, non la fine". Filosofo tedesco, come il suo amico e collaboratore, il filosofo Martin Buber, fu un esponente di quell'ebraismo più aperto a noi. La vita va vissuta in tutti i suoi momenti e con fiducia. Estrema fiducia in questo processo che ci ha portati all’essere e ci mantiene, fiducia attuata con tutte le nostre forze, gettandoci a capofitto nelle sue volute e aderendovi ad ogni costo. Vivere è crescere, perciò è "superare" le forme precedenti, è andare oltre seguendo un qualcosa che ci attrae e dà senso, sempre però un qualcosa di valore, una stella, un orizzonte. Bisogna salire per dare senso al nostro vivere. Avere la coscienza di far parte di qualcosa di grande. Così si possono anche capovolgere gli eventi, dare loro nuovo indirizzo, prendere strade diverse, percorse a piccoli o più ampi passi, ma sempre volti verso qualcosa che vale. Non serve vivere andando in orizzontale, fare ciò che fanno tutti, confondersi nella folla, essere anonimi. In tal modo ci si lascia vivere. “Hai un corpo non startene seduto sotto il portico vai a camminare sotto la pioggia!” (Kabir, poeta e mistico indiano del XV secolo). E quando trovi qualcuno capace di guardarti per ciò che sei veramente e vedere sempre bellezza nascosta tra le pieghe tristi della tua vita, renditi conto che Dio è entrato nella tua storia e la sta custodendo in un abbraccio come un tesoro prezioso e irrinunciabile.. Dies sint tibi laetitiae ac successuum pleni! RispondiInoltra




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