Pontem Mundus s.p.d. S.V.B.E.E.Q.V.
L’alba è tutta bagnata. La pioggia della notte ha annaffiato la terra e gli occhi possono solo incantarsi. Oggi vi regalo una pagina del diario:
“Davanti alla pace di questa giornata, di questo mare, del volo di un gabbiano, del tepore del sole…divento anch’io pace.
Uomo di pace, in armonia, capace di rispetto, di attenzione, di tolleranza…Il nostro Dio è un Dio della pace, della mia pace, quella del mio cuore".
Il libro di Vannucci che sto leggendo mi invita a riflettere sulla parabola del grano e della zizzania (MT 13,24-30): ognuno di noi è il campo, dove cresce il grano buono e quello cattivo. Dio semina in noi possibilità di bene, di gioia, di vita…in ognuno di noi! Il nemico semina debolezza, superficialità, peccato!
Cosa bisogna fare per far vincere il bene?
Qualcuno dice: convertiti, convertiti…strappa da te il tuo peccato, la cattiveria, l’invidia…
Dio dice: abbi pazienza, e non farti violenza! E’ come se dicesse: non opporti al male, al tuo peccato, alla tua debolezza…perché se fai questo il male può diventare ancora più violento e questa violenza che nasce in te dall’opporti al male radica ancor di più il male che volevi combattere.
E allora…accetta il male, non resistere al male, dice Dio, ma vinci il male con il bene! E’ un invito a liberarmi da quella finta umiltà che mi fa solo sentire incapace, e a soffermare la mia unica attenzione su ciò che ho di positivo, di bello, di unico.
Dio ha seminato in me il buon grano e questo devo far crescere, e questo deve assorbire ogni mia capacità, ogni mia volontà! Alle mie potenzialità positive devo dare tutto quello che sono perché io voglio avere un unico scopo: portare frutto, il mio frutto insostituibile, che significa aiutare Dio a portare avanti il suo regno oggi su questa terra.
Non sto vagando sulla luna, sono solo davanti alla bellezza del creato e sinceramente mi sento così piccolo che… se penso che Dio si fida di me e di te per continuare la sua presenza, la sua santificazione del mondo, si può solo… credergli.
Il nostro è il Dio della vita e il campo della mia vita, piccolo o grande che sia, ha il compito di fiorire e portare frutti, non di interessarsi alla zizzania.
Una sola preoccupazione allora voglio che animi la mia vita: capire le parti luminose del mio essere e portarle avanti, non lottare col male, ma ricolmare tutto di bene, di Dio, di passione, di amore.
Che mi possa solo preoccupare di amare la vita che Dio mi dona e di dare il mio bene, e di essere in pace per portare pace.
Dio continuerà a far scendere la pioggia e il sole sul campo del contadino buono e su quello cattivo, perché a Lui interessa solo la vita, che la vita viva e produca i suoi frutti. Anch’io cerchi solo la vita dando sempre e con generosità la mia pioggia e il mio sole perché la mia vita sia piena e possa portare a compimento il sogno che Dio ha avuto quando mi ha creato.
In me c’è Dio. In me c’è Dio. In me c’è Dio!
Quando riuscirò ad essere sempre più consapevole di questa realtà non andrò più alla ricerca di Dio, perché Dio lo vivrò, non mi preoccuperò di quando e quali frutti devo portare, perché Dio sa a che genere di pianta appartengo e quando sarò chiamato a portar frutto, sarò attento solo al presente, perché il passato e il futuro sono nelle sue mani"
Dies sint tibi laetitiae ac successuum pleni!
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