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Immagine del redattoreOlga Nickole Kuyan

'è felicità senza impegno?

Pontem Mundus s.p.d. S.V.B.E.E.Q.V. "Se vuoi conoscere la vera natura di un uomo, devi dargli un grande potere",- ha detto Pittaco. Noi siamo lawyers/avvocati, abbiamo un grande potere. "Il potere dell'avvocato sta nell'incertezza della legge".- ha detto Jeremy Bentham. Si può dire molto in favore delle leggi all'incirca quello che si può dire in lode delle regole civili: "un uomo formatosi secondo le regole non farà mai nulla di assurdo e di cattivo, come chi si modella sulle leggi della buona creanza non sarà mai un vicino insopportabile, né potrà divenire un vero scellerato; ma tutte le regole, si dica quello che si vuole, distruggono il vero sentimento e la vera espressione della natura”. (Johann Wolfgang Von Goethe)

Molti lawyers/avvocati si impegnano molto per conoscere bene il diritto e il funzionamento reale della giustizia. Le leggi e le regole senza dubbio servono, non esiste consesso civile, né un vivere corretto senza leggi e regole. Servono per mantenere l'ordine, per far sì che tutto scorra per il verso giusto. Ma non basta. A noi non basta. A noi serve, l'imprevedibile, l’evento impossibile, serve la vita libera, il vento che porta lontano proprio là dove non ci sono regole e principi, serve la libertà, quella mancanza di ostacoli e di indicazioni. Solo così nasce il sentire genuino, solo così si stimola la creatività che vive nell'universo perché è autonomo, c’è uno spazio senza regole, senza leggi. Non è mai scontata la grazia di una presenza. Questa è la vera ascesi, quella che sa dimenticarsi del proprio «io», quella che arriva a toccare un amore senza condizioni e condizionamenti; non c’è nessun motivo per accettare l’altro se non semplicemente per il fatto innegabile che esiste e la sua presenza interroga continuamente la mia presenza in questo mondo perché entrambi condividiamo la stessa umanità ferita e fragile. Essere in questo mondo, anche se non lo si è scelto, non è qualcosa da provare lo stress, da subire passivamente come vittime ma significa «prendersi cura»; e se questa cura la si ascolta attentamente dice che è conveniente che al mondo ci sia qualcuno che possa pronunciare il mio nome, che possa guardarmi negli occhi, che possa accettarmi anche là dove io non ho il coraggio di farlo, e possa amare ogni piccolo angolo del mio essere. Norberto Bobbio scrive: "È ingiusto nell'esercizio del potere tutto ciò che non si può esercitare in pubblico". Il politologo, filosofo e giurista torinese condanna la pratica del sottogoverno, che viola uno dei princìpi fondamentali dello Stato di diritto, la visibilità del potere e la controllabilità del suo esercizio. Parla di un governo che agisce nella "penombra" e di uno nella più completa "oscurità". E' questo il lato negativo del potere, espressione della degenerazione della politica, causata in modo molto chiaro dalla mancanza di valori. I valori dei lawyer/avvocati, riflessi qui: https://www.ccbe.eu/fileadmin/speciality_distribution/public/documents/DEONTOLOGY/DEON_CoC/IT_DEON_CoC.pdf sono, in particolare: (a) indipendenza e libertà; (b) rispetto e fiducia; (c) prevenzione dei conflitti d'interesse etc. Il principale impegno dei lawyer/avvocati e' essere felici e affidabili, raggiungere la vita in abbondanza e il proprio paradiso. Ma molti sono ciechi e non lo vedono.. Nasciamo e rinasciamo ciechi... Ora dobbiamo vedere e vedere con lo sguardo di Cristo... Lì dove le nostre fragilità, le voci del mondo, il giudizio degli altri bloccano il nostro sguardo, ci mettono continuamente in crisi dicendoci che non ce la faremo mai, che non saremo mai felici, che non troveremo mai la pace che cerchiamo, in quel deserto dove gridiamo la nostra disperazione Dio Gesu non solo ci ascolta ma ci chiama, ci fa sentire che da sempre siamo nel suo cuore e che da sempre ci vuole guarire dallo stress continuo, da quei limiti che per noi sembrano così invalicabili. Dobbiamo fare dei passi verso la vita in abbondanza, verso la felicità, verso il paradiso. È molto semplice, in effetti. Serve impegnarsi. Ci manca l'impegno se non riusciamo a penetrare nella nostra anima e a superare lo stress. Lui arriva da noi ogni giorno, perche se il dipendente di un'azienda lavora in media 8 ore al giorno (straordinari esclusi), un avvocato dedica alla libera professione circa 12 ore. Senza contare il tempo riservato, ad esempio, alle attività trasversali, quali potrebbero essere lo studio di nuove leggi o di sentenze giurisprudenziali la cui analisi si riduce alle poche ore di libertà. A lungo andare lo stress viene accumulato ed incide negativamente sia sul lavoro che nei rapporti affettivi. Non basta quindi una vacanza o uno sport per azzerare le energie negative. Serve cercare la soluzione migliore. Come possiamo raggiungere la vita in abbondanza, il paradiso? Tutti noi conosciamo la legge di causa ed effetto. Forse questa è la legge della felicità, della vita in abbondanza, del paradiso? E c'è felicità senza impegno? Qui la risposta è: NO. È chiaro: nessuno vuole mettersi nello stress. I problemi non compaiono perché noi vogliamo essere infelici o commettere errori e incontrare problemi, provare lo stress, sperimentare preoccupazioni. I problemi sorgono quando non abbiamo il coraggio di guardarli in faccia, di affrontarli. Ricordiamo solo: non ci sono i problemi, lo stress nella vita che gli umani non possono risolvere, superare. Dio ".. non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.." (dalla prima lettera ai Corinzi 10:13) Ogni azione porta a una certa conseguenza: questa è una legge e non cambierà mai. Ma in questo gioco di causa ed effetto, a volte il nostro circuito sovraccarica, il nostro fusibile brucia e falliamo. Diamo la colpa a chiunque per lo stress. Ma in realtà, in questo momento, non abbiamo abbastanza impegno. Fortunatamente, ci sono alcuni passi che possiamo fare per superare lo stress, per raggiungere la felicità, il paradiso, la vita in abbondanza: prendere un impegno, costruire il carattere: da cio si manifesta la propria dignità. L’incontro con Cristo rende libera la donna curva. Quella donna siamo noi in quanto i lawyer/avvocati. Curva, cioè prigioniera. La donna viene privata di una parte della sua umanità, non può volgere lo sguardo verso il Cielo. Essa rappresenta gli avvocati/lawyer incurvati su di sé, chiusi nel proprio egoismo, schiavi del male, dello stress, dei dubbi, delle paure. Da diciotto anni. Nel libro dei Giudici si racconta che gli Israeliti vengono oppressi due volte per diciotto anni (Gdc 3,14; 10,8). Diciotto risulta dalla moltiplicazione di 6 x 3. Il 6 indica l’imperfezione, è il numero dell’umanità (creata il sesto giorno) segnata dal limite, mentre il 3 è, come il 7, un numero divino. Il diciotto rappresenta l’intervento di Dio all’interno del limite dell’uomo. L’incontro con Cristo doveva accadere il diciottesimo anno. Gesù la raddrizza, cioè la libera. Gesù vede la donna, la chiama e le parla. La parola di Gesù è forza di vita. Essa raddrizza tutto ciò che, nell’essere umano, in lawyer/avvocato è storto. Guarisce tutto ciò che si oppone alla pienezza della vita. Gesù si prende cura di lei personalmente, la eleva al rango di individuo, gli da la dignità.. E quando noi abbiamo la dignità, iniziamo a brillare. Poi le opportunità vengono da noi. Il giorno di sabato. La risposta di Gesù presenta un gioco di parole in greco: l’atto dello slegare il bue o l’asino, e la liberazione della donna, vengono espressi con un unico verbo: lyo, che significa “sciogliere”, venire finalmente liberato, sciolto dalle catene. Gesù restituisce al sabato il suo significato originario: è tempo di liberazione. Lì, Dio agisce per salvare quelli che sperano in lui. Dopodiché, possiamo fare un altro passo. La domenica, il giorno del Signore (compimento del sabato), è il tempo segnato dal numero diciotto: l’irruzione del dinamismo di Dio (3) nel limite dell’uomo (6). Il nostro team sperimenta la grazia della “posizione eretta”. Nessuno di noi è più curvo, legato, limitato a una prospettiva chiusa, ma tutti noi siamo abilitati ad alzare lo sguardo, a innalzarci verso l’orizzonte sconfinato di Dio...a vivere felici senza lo stress, ad avere la vita in abbondanza, a trovare il paradiso. Dalla dignità riceviamo la Divinità. A proposito, cos'è la Divinità? E' l'assenza della dualità in noi. Di solito si dice: "Potrebbe essere così o potrebbe essere così". Ma quando non c'è dualità in noi, la Divinità si manifesta. E dalla Divinità si acquistano la grazia, la gloria. La grazia e la gloria ci portano felicità, abbondanza, paradiso, pace. Anche ci danno risorse, opportunità e comprensione. La grazia ci dà forza: la forza di fare il pane della propria vita, la forza di donare."I potenti rammentino che la felicità non nasce dalla ricchezza né dal potere, ma dal piacere di donare.,- sono le parole di Fabrizio de Andre. Gli avvocati/lawyer lo rammentino! Mi permetto di riportare una citazione del Grande Piero Calamandrei, padre fondatore del Codice di Procedura Civile, sulle caratteristiche della professione dell'Avvocato: "Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l'avvocato no. (…) L'avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L'avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amiamo la toga: per questo vorremmo che, quando il giorno verrà, sulla nostra bara sia posto questo cencio nero: al quale siamo affezionati perché sappiamo che esso ha servito a riasciugare qualche lacrima, a risollevare qualche fronte, a reprimere qualche sopruso: e soprattutto a ravvivare nei cuori umani la fede, senza la quale la vita non merita di essere vissuta, nella vincente giustizia". Dies sint tibi laetitiae ac successuum pleni!

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