V-kun al Mondo s.p.d.
S.V.B.E.E.Q.V
Eccomi!

Il 24 febbraio 2025 è più di una semplice data sul calendario: è una festa per amanti della numerologia e delle stelle! Sommando i numeri, otteniamo l’8, simbolo di potere e abbondanza, mentre il numero 2 compare così tante volte che sembra volerci sussurrare "collaborazione e armonia" in loop.
Intanto, nel cielo, Marte smette di andare all’indietro come un gambero e riprende la sua marcia trionfale, il che significa più energia, motivazione e forse meno voglia di rimandare la palestra (forse). Il Sole in Pesci invita tutti a tuffarsi nella creatività e nelle emozioni, mentre la Luna in Sagittario ci fa sognare viaggi avventurosi... o almeno una cena etnica.
In sintesi? Un mix esplosivo tra introspezione, voglia di agire e una luna che ci sfida a distinguere il vero dal falso. Quindi, attenzione agli acquisti impulsivi e alle promesse esagerate. Forse non sarà il giorno giusto per investire in un castello in Scozia, ma sicuramente perfetto per un po' di sano realismo e un tè filosofico con gli amici.
Eureka di oggi: "The meeting of two personalities is like the contact of two chemical substances: if there is any reaction, both are transformed.
Carl Gustav Jung
Latino in uso:
Amicus certus in re incerta cernitur
L'amico sicuro si riconosce nel momento incerto.
Vi invito a meditare oggi sulle domande:
Se il tuo destino fosse scritto nelle stelle, quale sarebbe il titolo della tua costellazione personale?
Meglio investire in un castello in Scozia o in un corso accelerato di "arte della procrastinazione produttiva"?
Se un tribunale di nuvole ti mettesse sotto processo per "eccesso di sogni", quale sarebbe la tua difesa?
Mi lascio ispirare
24.02.2022 - Russia invaded Ukraine in a major escalation of the Russo-Ukrainian War, which had started in 2014.
24.02.1208: Francesco d’Assisi (n.1181/1182 – †1226) all’età di 26 anni, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, dopo aver ascoltato il Vangelo di Matteo, sente la sua vocazione.
Il mondo è un grande stracotto di manzo al vino di Modica, messo a cuocere nel paiolo del tempo. Il fuoco delle guerre, delle sofferenze e delle paure arde sotto la pentola, facendo ribollire le carni della storia, mentre il vento degli eventi mescola ogni cosa.
Eppure, anche nel tumulto del brodo scuro, c’è un segreto: il vino, versato con mano sapiente, trasforma l’aspro in dolce, il duro in tenero. Così è la grazia di Dio: come quel vino, penetra nelle fibre della vita, scioglie l’odio, intenerisce i cuori, dona sapore alla storia. Francesco d’Assisi lo seppe nel giorno della sua vocazione, mentre il mondo assaporava il ferro delle battaglie.
Non temere, dunque, se oggi la terra sembra tremare sotto i colpi della guerra, perché il tempo della cottura non è finito. Il vino della misericordia continua a permeare il tutto, e al termine del fuoco, quando il coperchio verrà sollevato, il pasto sarà pronto: e sarà un banchetto di pace.
Il pensiero
Nel 1937 ho trascorso ad Assisi due giorni meravigliosi. Là, mentre ero sola nella piccola cappella romantica del secolo XII di Santa Maria degli Angeli, incomparabile miracolo di purezza, in cui san Francesco ha pregato tanto spesso, qualcosa più forte di me mi ha costretta, per la prima volta in vita mia, a inginocchiarmi. (Simone Weil)
Sono stata conquistata da san Francesco fin da quando ne ebbi conoscenza. Ho sempre creduto e sperato che la sorte un giorno mi avrebbe spinta a forza in quella condizione di vagabondaggio e di mendicità che egli accettò liberamente. Non pensavo di giungere alla mia età senza essere perlomeno passata attraverso quella esperienza. Lo stesso, del resto, ho pensato della prigione. (S. Weil)
Il senso del pensiero
L’anima umana è come una cellula immersa nel vasto brodo primordiale dell’esistenza. Essa pulsa, vibra, si nutre di ciò che la circonda, ma solo quando riduce all’essenziale il proprio metabolismo trova la chiave della sua più alta evoluzione.
San Francesco e Simone Weil compresero ciò che oggi la scienza conferma: in certe condizioni di privazione, la vita non si estingue, ma si rafforza. Come le piante che, in mancanza di nutrienti abbondanti, affondano le radici più in profondità per trovare acqua e sostegno, così l’anima, privata delle distrazioni e del superfluo, scopre sorgenti invisibili di luce e significato.
Il vagabondo e il mendicante non sono altro che ricercatori, esploratori di ciò che non si vede. Ogni passo è un esperimento, ogni incontro una possibile rivelazione. E proprio come la bioluminescenza nei fondali marini più oscuri, la fiamma dello spirito risplende più intensamente quando tutto attorno tace e si fa vuoto.
Siamo tutti un pò Vagabondi del Tempo e Giudici di Stelle.
Mi lascio incantare
Come posso sorprendervi oggi?
Con Il Tribunale delle Nuvole e il Caso dell'Identità Divina.
Immagino un tribunale fluttuante tra le nuvole, dove giudici con toghe di arcobaleno e parrucche di zucchero filato presiedono il "Caso dell'Identità Divina". L'accusato è l'Io di Cristo, rappresentato da un triangolo luminoso che emana sia calore che freddo, un vero paradosso vivente.
L'accusa, un esercito di avvocati materialisti con valigette piene di leggi fisiche e statistiche, sostiene che l'Io di Cristo è un'impossibilità logica, un guazzabuglio di contraddizioni che viola tutte le leggi della natura.
La difesa, un gruppo di mistici e filosofi con toghe di velluto stellato, argomenta che l'Io di Cristo è un'opera d'arte divina, un capolavoro di equilibrio tra opposti, un "buco nero" interiore dove tempo e spazio perdono il loro significato.
Il dibattito è surreale: testimoni come Einstein e San Francesco si alternano alla sbarra, citando equazioni quantistiche e parabole mistiche. I topi, improvvisamente diventati crocerossini, portano prove di guarigioni miracolose, mentre le petroliere della "flotta ombra" russe sfilano come elefanti rosa nel cielo, eludendo le sanzioni celesti.
Nel frattempo, la Germania, raffigurata come un'aquila bionda con un elmetto prussiano, cerca di mediare tra le fazioni, ma viene continuamente interrotta da Friedrich Merz che urla slogan sulla sovranità nazionale e da Angela Merkel che sussurra consigli sulla diplomazia interreligiosa.
La sentenza finale è un colpo di scena: il giudice supremo, una nuvola antropomorfa con la voce di Morgan Freeman, dichiara che l'Io di Cristo è "colpevole di essere troppo complesso per essere compreso", ma lo assolve per "eccesso di amore e compassione".
La morale della storia? In un mondo dove i topi resuscitano i morti e il tempo è un'illusione quantistica, anche l'impossibile può accadere. E forse, l'unica legge che conta davvero è quella dell'amore.
La poesia consapevole
Il mosaico dell'io: un canto alla Sapienza
Dentro di me, un mosaico di frammenti,
luce e ombra, gioia e tormento.
L'io istintivo, come sabbia del mare,
e l'io migliore, anelito a un eterno altare.
"Chi ha scrutato la sapienza di Dio,
che è prima di ogni cosa?" (Sir 1,3)
Un mistero insondabile, un abisso d'amore,
che mi avvolge e mi guida, come pioggia dal cielo.
Come Cristo, uomo tra gli uomini,
porto in me l'eco di una Parola antica.
Una Parola che è fonte di Sapienza,
e le sue vie, comandamenti eterni.
"Prima d'ogni cosa fu creata la sapienza,
e l'intelligenza prudente è da sempre" (Sir 1,4)
Un dono divino, un tesoro nascosto,
nel cuore di ogni uomo, un germe di infinito.
Ma il cammino è arduo, la lotta interiore,
tra ciò che sono e ciò che vorrei essere.
Il mio io, fragile e vulnerabile,
e il mio io, assetato di conoscenza.
Eppure, nel cuore di questa tempesta,
un punto fermo, un centro di pace.
La Sapienza divina, un amore infinito,
che mi ricorda chi sono veramente.
Non un io scisso, lacerato,
ma un'unità in divenire, un mosaico in costruzione.
Dove ogni frammento, ogni esperienza,
ha il suo posto, il suo valore.
"Dio stesso ha creato la sapienza,
l'ha vista e l'ha misurata,
l'ha effusa su tutte le sue opere" (Sir 1,8)
Un dono d'amore, un'eredità divina,
che mi chiama a vivere in pienezza, con umiltà e coraggio.
Come Cristo, risorto alla vita,
anch'io posso rinascere, trasformare il dolore in gioia,
l'ombra in luce, il frammento in totalità.
Basta credere, amare, perdonare.
E il mosaico dell'io, un giorno,
sarà completo, un'opera d'arte divina,
un canto alla Sapienza, un inno all'Amore.
Mi lascio sorprendere
Dio mi ha fatto una sorpresa oggi: la giornata caratterizzata da generali condizioni di cielo parzialmente nuvoloso, temperatura minima di 9°C e massima di 19°C. ..
Il sole di Sicilia, arso e magnifico, sospende il respiro del mondo sopra le scogliere di tufo. Cristo scende dal monte come un raggio d’oro che sfiora la terra, un vento che scuote i mandorli in fiore. I suoi piedi nudi accarezzano la polvere del tempo, e dove cammina, l’aridità si trasforma in terra fertile, pronta a germogliare.
Ai piedi del monte, l’incredulità si rannicchia nell’ombra come una lucertola che teme il calore. Gli uomini sono sabbia dispersa, incapaci di trattenere la grazia tra le dita. Cristo li guarda, sospira, e la sua voce è una brezza che si insinua tra le crepe dell’anima: «Questa specie di sete non si estingue se non con l’acqua viva della preghiera.»
Ed ecco che il deserto si rivela per ciò che è davvero: non una condanna, ma un campo arato dal silenzio, in attesa della pioggia. Come i fichidindia che sfidano il sole con spine e fiori, anche l’anima che prega fiorisce nel paradosso dell’aridità. E la preghiera non è altro che il mare invisibile che evapora in cielo per poi tornare rugiada sul volto di chi attende.
Quando Cristo tocca la fronte di chi ha fede, è come se accendesse le lampare sul mare notturno: la luce danza sulle onde, si moltiplica, sfida il buio, e il miracolo avviene. La trasfigurazione non è un evento lontano, ma un bagliore che risuona dentro ogni cuore capace di aprirsi al Mistero.
E così la Pasqua è già qui, nel fuoco che illumina il vespro, nel pane spezzato con mani callose, nell’onda che cancella le impronte eppure ricorda ogni passo. Perché chi ha visto la luce non può più temere la notte, e chi ha bevuto dalla sorgente non può più accontentarsi della polvere.
Un'improvvisazione
(Con un sorriso furbo e un'aria un po' folle)
Amici, compagni di merende, esploratori di formaggi... ma soprattutto, naviganti del futuro!
Avete mai pensato a quanto siamo simili ai topi?
Sì, proprio a quei topini che tanto amiamo (o odiamo, dipende dai punti di vista!)
(Si sistema gli occhiali e assume un'aria da scienziato)
Come loro, anche noi
annusiamo la vita,
cerchiamo il cibo (e non solo quello!),
ci rifugiamo in un angolino quando abbiamo paura.
(Con un tono più confidenziale)
E come loro,
abbiamo bisogno di aiuto,
di conforto,
di un amico che ci tiri fuori dai guai.
(Alzando la voce, con entusiasmo)
Proprio come quei topini che,
con un fiuto incredibile,
riescono a "rianimare" i loro compagni
caduti in "battaglia" (o forse solo un po' troppo "fusi" dopo una scorpacciata di formaggio!).
(Con un sorriso malizioso)
Chissà, forse anche noi,
dovremmo imparare da loro,
a essere più solidali,
più altruisti,
più... "topini" nel cuore!
(Con un tono più serio)
Perché in fondo,
la vita è un po' come un labirinto,
pieno di insidie,
di pericoli,
di "formaggi" succulenti
che ci tentano,
ma che a volte
possono anche... "intossicarci"!
(Conclude con un messaggio "illuminante" e un tocco di... "follia artistica")
E allora, amici,
impariamo dai topi,
a essere più "topi" umani,
più capaci di amare,
di aiutare,
di "rianimare" chi è in difficoltà.
(Si inchina al pubblico, ringraziando con un gesto ampio e... sparisce dietro il sipario, lasciando tutti con un sorriso, una riflessione e una voglia irrefrenabile di... sgranocchiare un pezzo di formaggio!)
(P.S. E se vi capita di vedere un topolino in difficoltà, non esitate a "rianimarlo" con un pezzetto di formaggio. Chissà, magari vi ringrazierà con un balletto o una canzoncina!)
Cuore coraggioso, il Salmo 118,6 è un'affermazione potente di fede e fiducia in Dio.
Ci ricorda che, quando Dio è dalla nostra parte, non abbiamo motivo di temere ciò che gli altri possono farci. Ma cosa significa questo per noi oggi? Di cosa non dobbiamo temere?
1. Non temere le sfide e le difficoltà.
La vita è piena di sfide e difficoltà, momenti in cui ci sentiamo sopraffatti e scoraggiati. Ma il Salmo 118,6 ci ricorda che non siamo soli in questi momenti. Dio è con noi, e con il suo aiuto possiamo superare qualsiasi ostacolo.
2. Non temere il futuro
Il futuro è incerto, e spesso abbiamo paura di ciò che potrebbe accadere. Ma la fede in Dio ci dà la sicurezza che Lui è con noi anche nel futuro, e che ci guiderà e ci proteggerà.
3. Non temere il giudizio degli altri.
Il giudizio degli altri può farci sentire insicuri e inadeguati. Ma il Salmo 118,6 ci ricorda che il giudizio di Dio è ciò che conta veramente. Se siamo in pace con Dio, non dobbiamo temere ciò che gli altri pensano di noi.
4. Non temere i nostri limiti
Tutti abbiamo dei limiti, delle debolezze e delle paure. Ma il Salmo 118,6 ci incoraggia a non lasciare che questi limiti ci paralizzino. Con l'aiuto di Dio, possiamo superare i nostri limiti e realizzare il nostro pieno potenziale.
5. Non temere il male
Il mondo è pieno di male, di ingiustizia e di sofferenza. Ma il Salmo 118,6 ci ricorda che Dio è più forte del male. Se confidiamo in Lui, possiamo trovare la forza di resistere al male e di fare il bene.
VVB!
Bedda vita oggi!
Vi ringrazio dell'ascolto!