V-kun al Mondo s.p.d.
S.V.B.E.E.Q.V
Eccomi!

Riassunto Divertente
📅 1° marzo 2025: Una giornata epica per riscoprire la magia della vita!
Oggi non è un giorno qualsiasi, è un Kairos, ovvero un’occasione cosmica per entrare in sintonia con il divino… e chi meglio dei bambini può farci da guida? 👶✨
🔢 Numeri e segreti nascosti:
1: Nuovi inizi! Perfetto per lanciare quella rivoluzione interiore che rimandi da troppo tempo.
3: Creatività, gioia, espressione! Oggi è il giorno giusto per cantare sotto la doccia senza vergogna. 🎤🚿
9 (2025): Fine di un ciclo, saggezza e preparazione! Insomma, è tempo di lasciarsi alle spalle il passato (compresi quei messaggi imbarazzanti inviati di notte).
🌟 Tradotto per comuni mortali:
Rinnovati! Abbraccia la tua innocenza interiore (anche se il tuo spirito bambino si manifesta mangiando biscotti a colazione). 🍪
Comunica! Oggi le parole volano alte, quindi dì a qualcuno che gli vuoi bene (o almeno invia un meme carino). 💬❤️
Completa e riparti! Chiuso un capitolo? Perfetto, via al prossimo con energia. 🚀
🔭 Il cielo dice la sua:
Sole in Pesci: Sensibilità e intuizione al massimo! Attenzione ai momenti di riflessione intensa sotto la doccia.
Luna in Ariete: Energia e voglia di fare! Ma occhio agli impulsi tipo “oggi rivoluziono il mondo intero”.
Venere + Mercurio: Amore e comunicazione si alleano! Ottima giornata per dichiararsi o almeno mandare un messaggio che non sembri scritto da un robot.
✨ Morale della favola: Il 1° marzo 2025 è una giornata magica per chi ha voglia di ricominciare, sorridere e vivere con occhi nuovi. Se poi riesci a farlo con la meraviglia di un bambino… jackpot! 🎉
Eureka di oggi: "Se la mia mente può immaginarlo e il mio cuore sognarlo, allora posso raggiungerlo." – Muhammad Ali
Latino in uso:
Memento mori, sed vive.
Questa frase significa:
Ricordati che devi morire, ma vivi.
È un invito a vivere pienamente ogni giorno, consapevoli della nostra mortalità, ma senza lasciarci paralizzare dalla paura. Ci ricorda che la vita è preziosa e che dobbiamo viverla con intensità e significato.
Vi invito a meditare oggi sulle domande:
Se il Tempo fosse un giudice con un martello fatto di orologi fusi, cosa lo accuseresti di aver rubato nella tua vita?
Se potessi cantare sotto la doccia come un bambino senza vergogna, quale canzone sceglieresti per l’occasione?
Se oggi fosse il giorno giusto per lanciare una rivoluzione interiore, quale sarebbe la tua prima mossa, mangiare biscotti a colazione o qualcosa di ancora più epico?
Mi lascio ispirare
Lucio Dalla (1943-2012). Cantautore e musicista italiano, Dalla è stato uno degli artisti più amati e influenti della musica italiana. Tra i suoi brani più celebri si ricordano Caruso, L’anno che verrà e 4/3/1943. La sua carriera, caratterizzata da una continua evoluzione stilistica, ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura musicale italiana. Morì improvvisamente il 1° marzo 2012.
La vita è come una tavola calda catanese all’ora di punta: vassoi colmi di arancini dorati, cipolline fumanti, cartocciate che grondano gusto. Ogni anima, in fila, attende il proprio turno, affamata di vita e d’infinito.
E poi, ecco i bambini: irrompono come quei clienti impazienti che saltano la fila, non per malizia, ma perché il tempo per loro ha un altro ritmo, un’altra legge. E mentre gli adulti borbottano, trattenendo il respiro tra un morso e l’altro, Dio – il vero Maestro della tavola – sorride e allarga le braccia.
I bambini sono il calzone ancora caldo che ti scotta le mani, ma ti riempie di meraviglia. Sono il primo morso all’arancino, quando il riso incontra il cuore di ragù e tutto il mondo si fa improvvisamente giusto, semplice, perfetto.
Noi siamo polvere, sì, come la farina che si sparge sulle mani del fornaio. Ma se lasciamo spazio ai bambini, se li accogliamo nella nostra fila affollata, allora il Regno di Dio si sforna davanti a noi, fragrante e colmo d’amore, pronto per essere condiviso.
Il pensiero
IL TEMPO TUTTO TOGLIE E TUTTO DÀ (Trascrizione da Vito Mancuso)
Ad ognuno di noi il tempo ha dato quando ci ha portati all’essere quella nostra disposizione di una parte della nostra energia che diventa corpo e che muta anche se c’è una parte che rimane e che costituisce il nostro carattere, la nostra anima, la nostra psiche, la nostra capacità di libertà. Ma poi il tempo ci toglierà quell'essere che ci ha dato. Siamo esposti a un tempo generoso e nello stesso tempo impietoso, un tempo che dà e che poi toglie. Ma noi abbiamo la possibilità che possiamo salvare una parte del lavoro fatto durante il tempo. Quale sentimento suscita in noi questa condizione di essere generati nel tempo e poi consumati dallo stesso tempo generatore. Il tempo che mangia i suoi figli come dicono molti miti. Giordano Bruno viveva il suo rapporto con il tempo, generatore e distruttore. Dice Bruno: “Ricordatevi, signora, di quello che credo che non bisogna insegnarvi il tempo tutto toglie e tutto dà, ogni cosa si muta, nulla si annichilisce, è uno solo che non può mutarsi, uno solo è eterno e può perseverare eternamente, uno simile e medesimo con questa filosofia, l'animo mi si ingrandisce e mi si magnifica l'intelletto”. Prima di considerare la filosofia del tempo che queste parole di Giordano Bruno esprimono, voglio sottolineare il fatto che è molto bello avere una filosofia, che ingrandisce l'animo e magnifica l'intelletto. Quando la filosofia è vera, non nel senso di esatta perché di filosofie esatte non ce ne sono, per questo sono tante e sono in contraddizione le une con le altre e lo saranno sempre, una continua lotta di idee e di visioni. Ma una filosofia è vera nel senso di autentica, cioè radicata profondamente nell'esistenza di una persona, così da trasformarne l'essere, cioè quando una filosofia è filosofia di vita, allora la filosofia ha questo potere, è un'esperienza spirituale. La filosofia diventa una spiritualità, un modo complessivo di essere, di sentire, diventa un habitus integrale dell'esistenza e per questo ingrandisce l'animo e magnifica l'intelletto. Quando era nel carcere dell'Inquisizione Cattolica Giordano Bruno aveva ricevuto dal Cardinal Roberto Bellarminio, il grande inquisitore, la possibilità di avere salva la vita a condizione di abiurare otto proposizioni tratte dalle sue opere. In effetti per un po' di tempo Giordano Bruno aveva pensato di abiurare aveva, dato dei segnali che avrebbe rinnegato il suo pensiero. Poi però non lo fece perché sopraggiunse la forza della sua filosofia che gli fece sperimentare la fortificazione dell'animo e la magnificenza dell'intelletto e così egli ottenne l'energia per dire di no e non rinnegare le sue idee, per le quali aveva vissuto e affrontò la morte arso vivo a 52 anni di età la mattina presto del p17 febbraio 1600 a Roma in Campo dei Fiori, l'unica piazza del centro di Roma a non avere una chiesa.
Sappiamo che il 22 giugno 1633 Galileo, diversamente da Bruno, si sottopose all’abiura. Commentando la diversa scelta di Bruno di Galileo, Karl Jaspers, in un suo libro dal titolo “La fede filosofica” rimanda esattamente al fatto che le filosofie tutte sono fedi, nella misura in cui sono visioni del mondo, che possono non essere esatte, incontrovertibili, sono sempre una visione dal nostro punto di vista e sarà sempre precisamente una fede, una scelta, un'emozione vitale, una vocazione. Commentando la diversa scelta di Bruno e di Galileo Jaspers scrive che la fede è diversa dal sapere. Giordano Bruno credeva, Galileo sapeva. I due accusati si comportano conformemente al tipo di verità da loro rispettivamente rappresentata, verità dalla quale si trae la forza che alimenta l’esistenza e che vive solo se ci si identifica con essa. La verità dalla quale io traggo la mia esistenza, la mia filosofia di vita. Se io rinnego la mia filosofia di vita, io rinnego me stesso e muoio, bruciato dentro di me, mi consumo, non sono più io. Non è la verità che posso dimostrare cioè che non la posso mettere in qualche misura sotto il microscopio, dentro il telescopio. Insomma che posso dimostrare la verità scientifica, che è un dato, la verità che è un'esattezza, può sussistere anche senza di me. Voler morire per qualcosa di esatto e di dimostrabile è fuori luogo. Al contrario il pensatore che crede di aver penetrato il fondamento delle cose, non può ritrattare le sue proposizioni senza attentare alla verità stessa. Questo per dire che la filosofia di Bruno, quella filosofia che lo portava ad avere un atteggiamento di grande ottimismo, un ottimismo gioioso, di grande profondissima letizia nel credere che Dio abbraccia tutte le cose, che è in tutte le cose, per cui non c'è niente che non sia bene. Tutto è bene. Ecco questa filosofia di vita, era la sua vita, a differenza della teoria eliocentrica e non più geocentrica, alla quale Galileo aveva consacrato buona parte degli anni della sua esistenza. Così dice Jaspers e così sono portato anch'io a credere. Questa è la differenza tra sapere e fede, tra un'esattezza, un dato, a cui si consacra la vita, per farlo emergere, per poterlo difendere, ma non è in se stesso questo dato ciò che tiene in piedi la vita, non è la filosofia di vita, non è la spiritualità.
Il senso del pensiero
Il Tempo è l'Alchimista Cosmico
Il tempo non è un semplice fiume che scorre e ci trascina con sé: è l'alchimista segreto dell'universo, che trasforma ogni cosa nel suo laboratorio invisibile. Ci plasma come il fuoco fa con il metallo, ci dissolve e ci ricompone, in un ciclo incessante di mutazione.
Jung avrebbe detto che il tempo agisce su di noi come il processo di individuazione: ci porta dalla materia grezza alla nostra forma più autentica, ma solo se siamo disposti a dialogare con il suo operare. Il piombo dell'esistenza si sublima nell'oro della coscienza, ma non senza dolore, non senza perdita.
E qui la fisica quantistica ci sussurra un segreto: nulla si perde davvero. Gli esperimenti sulla decoerenza quantistica mostrano che l'osservatore modella la realtà, e che ciò che viene visto, vissuto, compreso, lascia una traccia eterna nell'intreccio invisibile dell'universo. Il tempo ci toglie ciò che abbiamo posseduto, ma ogni esperienza, ogni pensiero, ogni scintilla di consapevolezza si intreccia con la trama dell'essere, come un'onda che, svanendo, increspa per sempre l'oceano.
Forse il vero inganno del tempo è la nostra illusione di essere separati da esso. Ma siamo parte del suo laboratorio: una goccia che si crede sola e che, alla fine, torna a scoprire il mare.
Mi lascio incantare
Come potrei sorprendervi oggi?
Con Il Tribunale dell'Eterno Adesso e la Causa del Tempo Perduto
Immagino un tribunale fluttuante nel "Tempo Senza Tempo", dove giudici con clessidre al posto degli occhi e martelletti fatti di orologi fusi presiedono la "Causa del Tempo Perduto". L'accusato è il Tempo stesso, rappresentato da un vortice di sabbia che cambia forma e colore, un'entità sfuggente e inafferrabile.
L'accusa, un esercito di avvocati materialisti con cronometri al posto dei denti e calendari al posto dei mantelli, sostiene che il Tempo è un tiranno che ruba la vita, un ladro di attimi che conduce inesorabilmente alla morte.
La difesa, un gruppo di mistici e filosofi con toghe di luce liquida e parrucche di nuvole, argomenta che il Tempo è un dono divino, un'illusione necessaria per sperimentare l'eternità, un "fluido eterno" in cui l'anima si svela.
Il dibattito è surreale: testimoni come Carlo Rovelli e Sant'Agostino si alternano alla sbarra, citando teorie quantistiche e concetti metafisici. I granelli di sabbia del Tempo si trasformano in farfalle che volano via, mentre gli orologi fusi si ricompongono in forme bizzarre e impossibili.
Nel frattempo, la Sicilia, raffigurata come una Trinacria volante con un faro al posto dell'occhio centrale, cerca di mediare tra le fazioni, citando saggi proverbi e antichi adagi. San Francesco d'Assisi, con un cesto di semi di senape, offre consigli sulla semina dell'amore nel "terreno del tempo".
La sentenza finale è un colpo di scena: il giudice supremo, una sfera di luce che pulsa al ritmo dell'eternità, dichiara che il Tempo è "colpevole di essere frainteso", ma lo assolve per "eccesso di potenziale trasformativo".
La morale della storia? In un mondo dove il Tempo è un'illusione e l'eternità è un "adesso" infinito, l'unica legge che conta davvero è quella dell'amore, che trasforma ogni attimo in un dono eterno.
La poesia consapevole
Ad un re regalarono due piccoli falchi. Un mese dopo, l’incaricato di addestrare i falchi si presentò al re dicendogli che uno dei due falchi era perfetto, ma l’altro invece non volava, rimaneva sempre fermo su un ramo. Il re fece chiamare persone famose del suo regno ma nessuno riusciva a far volare il falco.
Decise allora di indire un bando offrendo un premio a chi fosse riuscito a far volare quell’uccello. Il giorno seguente il re vide il falco che volava tra gli alberi del giardino. Chiese di incontrare l’autore del “miracolo”.
“Come hai fatto a far volare questo falco? Sei forse un mago?”.
Il contadino, impaurito, rispose: ” E’ stato facilissimo. Mi sono limitato a tagliare il ramo e il falco cominciò a volare. Si rese conto che aveva le ali!”.
Finché ci sono rami ai quali ti afferri sarà difficile per te volare.
Mi lascio sorprendere
Dio mi ha fatto una sorpresa oggi: 20°C, la giornata caratterizzata da nuvolosità diffusa.
Sotto l’arco di roccia scolpito dai millenni e accarezzato dal respiro del mare, un bambino e un vecchio sedevano sulla stessa pietra, senza sapere chi fosse chi. Il bambino scrutava le onde con occhi che ancora non avevano imparato il peso del tempo, il vecchio con uno sguardo leggero, come se il tempo fosse tornato a giocare con lui.
Le farfalle di luce si posavano sulle loro mani, e il vento sussurrava segreti raccolti nei crepacci delle falesie. "Sai," disse il bambino, "credo che il mare stia scrivendo qualcosa sulle onde."
Il vecchio annuì. "È la scrittura di Dio. Si legge solo con il cuore bambino."
Intanto, tra le pale di fico d’India, una porta invisibile si aprì: non aveva chiave né cardini, ma chiunque avesse il coraggio di dimenticare il proprio nome e il proprio orgoglio poteva attraversarla. Oltre quella soglia, i tonni danzavano nel cielo, i mandorli parlavano con le stelle e le pietre levigate dal tempo cantavano una melodia senza parole.
Il bambino rise e disse: "Guarda, la vita è un gioco, ma gli adulti la scambiano per una corsa."
Il vecchio rise allo stesso modo, perché in quell’istante non c’era più separazione tra loro. Erano un’unica anima che aveva imparato a volare. E sopra di loro, il cielo di Scopello non era più solo un tetto azzurro, ma la carezza di un Dio che sogna insieme ai suoi figli.
Un'improvvizazione
(Inizia un arpeggio di chitarra acustica, un po' malinconico, un po' sognante. La voce è rauca, come quella di un vecchio cantastorie siciliano.)
Essere nobili, eh?
Ma che vuol dire, amici miei?
Non è questione di blasone, di titoli, di castelli...
La vera nobiltà, l'ho imparato,
è una storia di mani sporche, di cuore aperto.
(La musica si fa un po' più intensa, un po' più ritmata.)
Bukowski l'aveva capito,
i poveri sanno cosa vuol dire vivere.
I ricchi, poveracci, tirano a indovinare.
E Cristo, quel ribelle, lo sapeva bene,
con quei bambini che gli correvano incontro.
(La voce si fa più dolce, quasi un sussurro.)
"Lasciate che vengano a me", diceva,
"perché il Regno è di chi sa ancora stupirsi".
Toccare l'innocenza, amici miei,
è toccare la nostra parte più vera.
Quella che non ha paura di piangere, di ridere, di amare.
(La musica si fa più incalzante, quasi un blues.)
Ma noi, testardi, vogliamo sempre controllare,
vogliamo essere grandi, potenti, invincibili.
E ci arrabbiamo, come quei discepoli,
quando la vita ci mette davanti un bambino.
(La voce si alza, quasi un grido.)
Ma Cristo si indigna, amici miei!
Perché non capiamo che la grandezza è nella piccolezza,
l'autorità nell'obbedienza, la vita nella morte.
Perché non capiamo che siamo tutti bambini,
bisognosi d'amore, di perdono, di grazia.
(La musica si fa più lenta, più riflessiva.)
Essere nobili, allora, è riconoscere la nostra fragilità,
è chinarsi sui più deboli, è tendere la mano.
È come quell'ulivo secolare, che ha visto passare le tempeste,
ma continua a donare i suoi frutti.
(La voce si fa quasi un canto, una nenia.)
È come Santa Teresina, che nella sua piccolezza
ha trovato l'infinito.
È come quel ragazzino, che si è fidato di Cristo,
e ha trovato il Regno.
(La musica si spegne lentamente, lasciando solo il suono della voce.)
Essere nobili, amici miei, è imparare a volare,
anche quando non c'è terra sotto i piedi.
È credere che, anche nel buio più profondo,
ci sarà sempre una luce ad aspettarci.
Cuore coraggioso, anche oggi, alla luce delle parole di Genesi 21,17-18, non temere:
L'abbandono:
Come Dio ha udito la voce del fanciullo Ismaele, così ascolta le nostre preghiere e le nostre grida di aiuto.
Non siamo mai soli, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Dio è presente, anche se non lo percepiamo.
La paura del futuro:
Dio ha promesso ad Agar di fare di Ismaele una grande nazione. Così, anche noi possiamo avere fiducia nelle promesse di Dio per il nostro futuro.
Anche quando le circostanze sembrano avverse, Dio ha un piano per noi, un piano di speranza e di prosperità
La mancanza di risorse:
Agar e Ismaele si trovavano nel deserto, senza acqua e senza cibo. Ma Dio ha provveduto alle loro necessità.
Anche quando ci sentiamo privi di risorse, Dio è il nostro fornitore, colui che ci dà ciò di cui abbiamo bisogno.
La debolezza:
Agar era una madre disperata, ma Dio le ha dato la forza di rialzarsi e di prendersi cura di suo figlio.
Anche quando ci sentiamo deboli, Dio ci dà la forza di superare le prove e di andare avanti.
L'insignificanza:
Ismaele era un fanciullo, apparentemente insignificante, ma Dio aveva grandi progetti per lui.
Anche quando ci sentiamo piccoli e insignificanti, Dio ci vede e ci ama, e ha un proposito per la nostra vita.
In sintesi, oggi non temere. Confida nella presenza di Dio, nelle sue promesse, nella sua provvidenza, nella sua forza e nel suo proposito per la tua vita.
TVB!
Bedda vita oggi!
Ti ringrazio dell'ascolto!